Sting & Katia Labèque, “Shape of my heart”

 Io sono un cuore stanco
con una pena d’esule
da una patria d’origine
ove le aurore avevano labbra
di vergini rose.

da:Trilogia Neoellenica

 

Tu sei la nuvola della sera che vaga nel cielo…

|| Tu sei la nuvola della sera che vaga nel cielo
dei miei sogni.
Io ti dipingo e ti modello
con i miei desideri d’amore.
Tu sei mia, solo mia, l’abitatrice dei miei
sogni infiniti! I tuoi piedi sono rosso-rosati
per la vampa del mio desiderio,
spigolatrice dei miei canti
al tramonto! Le tue labbra sono dolci-amare
del sapore del mio vino di dolore.
Tu sei mia, solo mia,
abitatrice dei miei sogni solitari!
Ho oscurato i tuoi occhi
con l’ombra della mia passione,
frequentatrice della profondità del mio sguardo!
T’ho presa e ti stringo, amore mio, nella rete
della mia musica. Tu sei mia, solo mia,
abitatrice dei miei sogni immortali! ||


di Rabindranath Tagore

dipinto di Alain Dumas

dipinto di Alain Dumas

L’amore è impetuoso, brucia sé stesso, indomito.

|| L’amore è sconsiderato, non così la ragione.
La ragione cerca il proprio vantaggio.
L’amore è impetuoso, brucia sé stesso, indomito.
Pure in mezzo al dolore,
l’amore avanza come una macina;
dura la sua superficie, procede diritto.
Morto all’egoismo,
rischia tutto senza chiedere niente.
Può giocarsi e perdere ogni dono elargito da Dio.
Senza motivo, Dio ci diede l’essere,
senza motivo rendiglielo.
Mettere in gioco se stessi e perdersi
è al di là di qualcunque religione.
La religione cerca grazie e favori,
ma coloro che li rischiano e li perdono
sono i favoriti di Dio:
non mettono Dio alla prova
né bussano alla porta di guadagno e perdita. ||

di Mevlana Jalaluddin Rumi

 

Delawer Arte

dipinto di Delawer Arte

Non è che muoia d’amor, muoio di te.

| Non è che muoia d’amor, muoio di te.
Muoio di te, amore, d’amor di te,
d’urgenza mia della mia pelle di te,
della mia anima, di te e della mia bocca
e dell’insopportabile che sono senza te.

Muoio di te e di me, muoio d’ambedue,
di noialtri, di questo,
straziato, diviso,
mi muoio, ti muoio, lo moriamo.

Moriamo nella mia stanza dove sono solo,
nel mio letto dove manchi,
nella strada dove il mio braccio va vuoto,
nel cinema e nei parchi, i tram
i posti dove la mia spalla
abitua la tua testa
e la mia mano la tua
e tutto so di te come me stesso.

Moriamo nel luogo che ho prestato all’aria
perché tu stessi fuori di me,
e nel posto dove finisce l’aria
quando ti butto la mia pelle addosso
e ci conosciamo in noialtri,
separati dal mondo, felice, penetrata,
e certamente, interminabile

Moriamo, lo sappiamo, lo ignorano, ci moriamo
tra noi due, ora, separati,
l’un dall’altro, giornalmente,
cadendo in molteplici statue,
in gesti che non vediamo
nelle nostre mani che ci cercano.

Moriamo, amore, muoio nel tuo ventre
che non mordo né bacio,
nei tuoi muscoli dolcissimi e vivi,
nella tua carne senza fine, muoio di maschere,
di triangoli oscuri e incessanti.

Muoio del mio corpo e del tuo corpo,
della nostra morte, amore, muoio, moriamo.
Nel pozzo d’amore a tutte le ore,
inconsolabile, a grida ,
dentro di me, voglio dire, ti chiamo,
ti chiamano quelli che nascono, quelli che vengono
dietro, di te, quelli che arrivano a te.
Moriamo, amore, e non facciamo nulla
se non morire di più, ora dopo ora,
e scriverci, e parlarci e morire. |

  Jaime Sabines

Megan Howland

dipinto di Megan Howland

Ti ho sognato così a lungo che hai perso la tua natura reale.

Ti ho sognato così a lungo che hai perso la tua natura reale.
C’è ancora tempo per raggiungere questo corpo vivo e
baciare su quella bocca la nascita della voce che mi è cara?
Ti ho sognato così a lungo che le mie braccia abituate,
nello stringere la tua ombra, a incrociarsi sul mio petto
non si piegherebbero, forse, lungo la linea del tuo corpo.
E, di fronte alla parvenza reale di ciò che mi assilla
e governa da giorni e anni, è indubbio che diverrei
un’ombra.
O altalene sentimentali.
Ti ho sognato così a lungo che non è, senza dubbio, più
il momento di svegliarmi. Dormo in piedi, il corpo esposto
a tutte le apparenze della vita e dell’amore e di te, la
sola che conti davvero oggi per me, mi sarebbe più difficile
toccare la tua fronte e le tue labbra rispetto alle labbra
e alla fronte del primo venuto.
Ti ho sognato così a lungo, ho così a lungo camminato,
parlato, dormito con il tuo fantasma che non mi resta più
che essere fantasma tra i fantasmi e cento volte più ombra
dell’ombra che passeggia e passeggerà allegramente
sul quadrante solare della tua vita.

Robert Desnos

 

Katia Chausheva

fotografia di ©Katia Chausheva

Amo anche il tuo pianto.

“La prima volta mi sono innamorato
dello splendore dei tuoi occhi,
del tuo riso,
della tua gioia di vivere.

Adesso amo anche il tuo pianto
e la tua paura di vivere
e il timore di non farcela
nei tuoi occhi.

Ma contro la paura
ti aiuterò,
perché la mia gioia di vivere
è ancora lo splendore dei tuoi occhi.”

Erich Fried