La capacità di sentire.

  • Sempre più mi parve di capire che ciò che dà valore e piacere alla nostra esistenza non è altro che la nostra capacità di sentire. Ovunque scorgessi sulla terra qualcosa che si potesse chiamare «felicità», consisteva di sensazioni. –

    Hermann Hesse

©Ilina Vicktoria

fotografia di ©Ilina Vicktoria

“Amore più potente della vita”

| Lo stesso sole nel tuo paese,
uscendo tra le nuvole:
allegra e delicata traccia sulle foglie,
fulgore su un cristallo, modulazione
dello spento luccichio della pioggia.
 
La tua stessa città,
la tua città di innumerabile cristallo
identica e distinta, cambiata dal tempo:
strade che non conosco e la piazza antica
popolata dagli uccelli,
la piazza in cui una notte ci baciammo.
 
La tua stessa espressione,
dopo tanti anni,
questa notte quando mi guardi:
la tua stessa espressione
e l’espressione ferita delle tue labbra.
 
Amore che è come la vita,
amore senza esigenza di futuro,
presente del passato,
amore più potente della vita:
perduto e ritrovato.
Trovato, perduto… |
 
 Jaime Gil De Biedma
City

dipinto di Antonio Tamburro, “City”

Come una pietra al collo.

|| Come una pietra al collo,
come il segno di un coltello,
come un velo nero,
un soldo di rame antico,
io ti porto sempre addosso,
non importa se mi pesi
dalla testa ai piedi,
non importa se soffro!
Come il segno di una magia,
pozione per la mia febbre,
come la forte rakia,
un dado bianco, già gettato –
con il freddo, con il fuoco – tutta la vita –
ti giuro o ti benedico,
buongiorno e addio,
amor morboso mio. ||

di Miriana Basheva, (1976)

Hamut Huzmeleri

dipinto di Hamut Huzmeleri, “La rêverie”

“Fino all’ultimo respiro”

Jean Seberg in una scena del film “Fino all’ultimo respiro” di Jean-Luc Godard.

Jean-Luc Godard

Jean Seberg ,  (Marshalltown, 13 novembre 1938 – Parigi, 30 agosto 1979) è stata un’attrice statunitense. Considerata da molti come una vera e propria icona della Nouvelle Vague, ebbe una vita assai infelice culminata nel suicidio.

 

Come nacque l’amore?

“Come nacque l’amore? Fu in autunno.
Maturo il mondo
non t’aspettavo ancora. Ed arrivasti
allegra, bionda, sfuggita dal tempo
indulgente. E ti guardai. Oh quanto mi sembrasti
ancora bella! E viva nel sorriso, a specchio
della giovane luna precoce
nella sera, e pallida, maliosa
in quell’aure dorate; come te
che dall’azzurro uscivi, senza un bacio
ma con la bocca accesa
già impaziente d’amore.

Ti guardai. La tristezza
scompariva lontana, di drappi lunghi colma,
come un pigro occidente che le onde ritira.

Quasi una pioggia leggera – il cielo, blu! – bagnava
la tua fronte ora nuova.
Amante, amante era quello il destino
della luce! Tu eri così dorata che il sole
non avrebbe potuto infiammarsi
di più per te, di te, per darti sempre
la sua passione luminosa, tenera
ronda del sole che gira
intorno a te, dolce astro, intorno a un corpo,
o un’anima soltanto?

Ah la tua carne
luminosa lambiva come due ali tiepide,
come l’aria che muove un petto che respira
sentii le tue parole, il tuo profumo,
e nella fonda anima veggente
toccasti il fondo. Imbevuto
di te fino al midollo della luce
io sentii la tristezza, la tristezza
d’amore: oh come è triste l’amore!

E già nasceva
nella mia anima il giorno. Splendendo
raggiava in te e in me l’anima tua raggiava.

Sentii nella mia bocca il gusto dell’aurora.
I miei occhi svelarono
la sua dorata verità. Sentii
nella mia mente uccelli che cantavano
e turbarono il cuore. Vi guardai dentro e vidi
le ramaglie, i lucenti viottoli, e un volo
di piume colorate
m’inebriò d’un acceso presente
mentre tutto il mio essere a un mezzogiorno
furioso, folle, sempre più bruciava
e il mio sangue chiassoso ruinava in fiammate
d’amore, di lucore, di pienezza, di spuma”

Vincente Aleixandre

Zhaoming Wu

dipinto di Zhaoming Wu

Tanto ho pensato a te.

“Tanto ho pensato a te
e ho scritto tanto di te
senza proprio sapere chi tu fossi.
In tante e tante camere ho dormito
senza averti al mio fianco
e tante son le case
nelle quali ho abitato, senza di te.
Tante son le città in cui non ti ho incontrato.

Tante sono le cose che ho esaurito
o smarrito per via verso di te,
e tante possibilità ho sprecato,
tante vite che la tua presenza qui e ora
mi fa sentire perdute
che ormai ti posso vedere solo
come la luce primaverile che talvolta
sfiora la tua gota o accende l’ardore dei tuoi occhi
lasciando le ombre ancora più fredde e più profonde”

Henrik Nordbrandt

Rob Hefferan

dipinto di Rob Hefferan