Un aeroplano nell’aria bionda e calda..

Un aeroplano
nell’aria bionda e calda
vola piano
lascia un bel mondo dal colore baio,
dove c’è il fiume di gennaio

Scendi, pilota,
fammi vedere, scendi
a bassa quota,
che guardi meglio
e possa raccontare
cos’è che luccica sul grande mare…

Ne sono certo:
è proprio un pianoforte da concerto,
dal suono avulto dal misterio,
un pianoforte a coda lunga, nero

Certo c’è stata
loggiù una storia molto complicata…
un piano a coda lunga in alto mare…

E dove c’è un piano
baccano,
ci sono occhi che si cercano,
ci sono labbra che si guardano…

Non mi fido,
in certi casi un pianoforte è un grido,
ci sono gambe che si sfiorano
e tentazioni che si partano

Gira pilota,
recuperiamo il cielo ad alta quota,
torna nel mondo dal bel colore baio,
trovami il fiume di gennaio….

Aguaplano, Paolo Conte

Mi piace… Non mi piace …

Mi piace sviluppare la mia coscienza per capire perché sono vivo, cos’è il mio corpo e cosa devo fare per cooperare con i disegni dell’universo.
Non mi piace la gente che accumula informazioni inutili e si crea false forme di condotta, plagiata da personalità importanti.
Mi piace rispettare gli altri, non per via delle deviazioni narcisistiche della loro personalità, ma per come si sono evolute interiormente.
Non mi piace la gente la cui mente non sa riposare in silenzio, il cui cuore critica gli altri senza sosta, la cui sessualità vive insoddisfatta, il cui corpo s’intossica senza saper apprezzare di essere vivo.
Ogni secondo di vita è un regalo sublime.
Mi piace invecchiare perché il tempo dissolve il superfluo e conserva l’essenziale.
Non mi piace la gente che per retaggi infantili trasforma le bugie in superstizioni.
Non mi piace che ci sia un papa che predica senza condividere la sua anima con una “papessa”.
Non mi piace che la religione sia nelle mani di uomini che disprezzano le donne.
Mi piace collaborare e non competere.
Mi piace scoprire in ogni essere quella gioia eterna che potremmo chiamare Dio interiore.
Non mi piace l’arte che serve solo a celebrare il suo esecutore.
Mi piace l’arte che serve per guarire.
Non mi piacciono le persone troppo stupide.
Mi piace tutto ciò che provoca il riso.
Mi piace affrontare, volontariamente, la mia sofferenza, con l’obiettivo di espandere la mia coscienza.

Alejandro Jodorowsky

 

Jorge Ermilo Espinosa

dipinto di Jorge Ermilo Espinosa

“Maternità”, Pablo Picasso

“A dodici anni dipingevo come Raffaello, però ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino.”
Pablo Picasso
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Il lavoro di Picasso è spesso suddiviso in “periodi”. Benché i nomi dei periodi più recenti siano oggetto di discussione, quelli più comunemente accettati sono il “periodo blu” (1901-1904), il “periodo rosa” (1905-1907), il “periodo africano” (1907-1909), il “cubismo analitico” (1909-1912), il “cubismo sintetico” (1912-1919).
Secondo il neuroscienziato olandese Michel Ferrari, all’origine dei quadri cubisti di Picasso ci sarebbe stata l’emicrania: volti tagliati in verticale e particolari del volto sproporzionati sono infatti il frutto delle visioni “spezzate” dei malati di aura visiva, una patologia di cui Picasso probabilmente soffriva, come anche De Chirico. Picasso era inoltre dislessico.La tesi di Ferrari non è condivisa da molti studiosi di Picasso; il fatto è che il confine tra il genio e la follia è labile, e Picasso portava dentro di sé la partecipata consapevolezza del male, dell’orrore che avvelena il nostro mondo, e soprattutto questo esprimeva nei suoi dipinti, nelle sue sculture e nelle ceramiche. L’animo avvelenato di Picasso lo rendeva perfido, perfino sadico, soprattutto con chi lo amava; ma tale era il suo magnetismo che nessuno di coloro che lo amavano ha mai smesso di amarlo, neppure le sue innumerevoli e maltrattate donne, una sola delle quali ebbe la forza di lasciarlo.

Sull’ Opera: Pablo Picasso
Maternità, 1905

(Fonte Wikipedia e web)

Maternità Picasso

Pablo Picasso, “Maternità”, 1905

Uno dei più bei dialoghi d’amore della letteratura poetica italiana!

LEI :« Rimani, resta accanto a me. Non te ne andare. Io ti vegliero’. Io ti proteggero’. Ti pentirai di tutto fuorchè d’essere venuto a me. Liberamente, fieramente, ti amo. Non ho nessun pensiero che non sia tuo. Non ho nel sangue nessuno desiderio che non sia per te. Non vedo nella mia vita altro compagno, non vedo altra gioia, rimani. Non temere di nulla. Dormi stanotte sul mio cuore.»

LUI : « Avere un pensiero unico, assiduo di tutte le ore, di tutti gli attimi, non concepire altra felicitá che quella sovrumana, irraggiata della tua sola presenza sull’essere mio, vivere tutto il giorno nell’aspettazione inquieta, furiosa, terribile del momento in cui ti rivedró, nutrire l’immagine delle tue carezze quando sono lontano. E di nuovo possederti in un’ombra quasi creata. Sentirti quando io dormo, sentirti sul mio cuore, viva, reale, palbabile, mescolata al mio sangue, mescolata alla mia vita, e credere in te soltanto, giurare in te soltanto, riporre in te soltanto la mia fede, la mia forza, il mio orgoglio. Tutto il mio mondo. Tutto quello che sogno e tutto quello che spero.»

di Gabriele D’Annunzio, da “Il Piacere”

 

Kirk Reinert

dipinto di Kirk Reinert

Dove si trova il tempo, dove stiamo?

| Arriva un triste momento dell’età
in cui siamo vecchi quanto i genitori.
E allora si scopre in un cassetto
dimenticato
la foto della nonna a quattordici anni.

Dove si trova il tempo, dove stiamo?
Quella bimba
cha abita nel ricordo come un’anziana,
morta cinquant’anni fa,
è nella foto nipote di suo nipote,
la vita non vissuta, il futuro totale,
la gioventù che sempre si rinnova negli
altri.
La storia non è passata per quell’istante.
Ancora non ci sono guerre né catastrofi
e la parola morte è impensabile.

Nulla si vive prima né dopo.
Non c’è coniugazione nell’esistenza
altro che il tempo presente.
Dove io sono il vecchio
e mia nonna è la bimba. |
di Josè Emilio Pacheco

In sottofondo: “Alive And Kicking” – Simple Minds

Melody Gardot, “The rain”

  • Ho un cielo dentro
    che m’illude
    di volare.

#pasqualemaisto #tuttarte